In Canada, e un po’ dappertutto nel mondo, il mese di aprile è stato un altro Mese per la sensibilizzazione alla sindrome dell’intestino irritabile (SII). Con un’incidenza che può arrivare al 30% della popolazione italiana, questo disturbo dalle molte sfaccettature può affliggere in maniera grave la vita delle persone che ne soffrono. Quanto grave, vi starete domandando? Grave al punto tale che molti pazienti affermano che rischierebbero la morte per la possibilità di avere un rimedio, come dimostrato dai risultati di un sorprendente studio pubblicato l’anno scorso dal The American Journal of Gastroenterology.
Nonostante decenni di ricerche, con grande frustrazione di pazienti e studiosi, non esiste ancora un rimedio contro la SII, una malattia che è cronica nella maggior parte delle persone che ne sono diagnosticate. Gli specialisti della salute offrono dei trattamenti personalizzati per contrastare i diversi sintomi associati alla SII, come il dolore o i disagi intestinali, il gonfiore, la diarrea e la stitichezza. Alcune persone rispondono positivamente ai trattamenti, mentre per altre la SII rappresenta una lotta costante contro dei sintomi incessanti.
Nell’ambito dello studio in esame, i ricercatori hanno prima di tutto messo a punto un questionario unico per valutare le esperienze dei pazienti affetti dalla SII in rapporto alla loro malattia, la loro percezione dei rischi associati ai farmaci utilizzati per trattare la SII e la loro disposizione ad accettare degli ipotetici rischi causati dai farmaci per la possibilità di una completa guarigione. Lo studio ha riguardato 186 pazienti maggiorenni sofferenti di SII e rispondenti a i criteri di Roma III relativi alla SII.
Anche se non esiste alcuna prova per sostenere un legame tra la SII e un rischio maggiore di un cancro del colon-retto, il 49% dei partecipanti allo studio riteneva che ci fosse una correlazione, e il 54% tra loro credeva che i sintomi della SII non sarebbero mai stati eliminati. Circa il 30% dei partecipanti erano anche convinti che la SII avrebbe influenzato la loro aspettativa di vita, nonostante non esista attualmente nessuna prova di ciò. Gli specialisti della salute possono aiutare i pazienti che mostrano dei timori ingiustificati riguardo alle conseguenze a lungo termine della SII rassicurandoli. I ricercatori hanno inoltre raffrontato la percezione personale dei partecipanti dei loro sintomi causati dalla SII con la valutazione effettuata secondo un sistema di notazione validato per la gravità dei sintomi della SII. Questa comparazione ha dimostrato una leggera tendenza dei pazienti a sottostimare la gravità dei loro sintomi della SII. Secondo gli autori si tratta di una constatazione importante, dato che esiste la preoccupazione che alcuni specialisti della salute potrebbero ritenere che alcuni pazienti sofferenti di SII esagerino i loro sintomi.
Lascia un commento