Il riso e l’acqua sono tra le fonti alimentari più contaminate d’arsenico. A lungo termine un consumo elevato d’arsenico può comportare dei rischi importanti per la salute. Ecco 3 consigli per limitare la vostra esposizione all’arsenico.
L’arsenico è un oligoelemento, ossia è un minerale necessario alla vita, ma solamente in quantità molto limitate, e che può risultare tossico per l’organismo quando è presente con un tasso troppo elevato. In natura è presente in due forme: l’arsenico organico, che si trova nei tessuti animali e vegetali, in particolar modo nei pesci e nei frutti di mare; e l’arsenico inorganico, la forma più tossica, che si trova nel terreno, nelle rocce e nelle acque sotterranee. Le due forme sono presenti naturalmente nell’ambiente, ma la loro concentrazione è in aumento a causa dell’inquinamento.
A lungo termine un consumo elevato d’arsenico può incrementare il rischio di malattie croniche come cancro, malattie cardiovascolari, ipertensione e diabete di tipo 2. Inoltre può avere effetti sulle capacità cognitive e provocare delle malformazioni congenite. Le persone più a rischio sono coloro che bevono acqua prelevata da pozzi, le donne in gravidanza, i neonati, i bambini, le persone che mangiano regolarmente riso in grande quantità e i fumatori, dato che questi ultimi sono più sensibili agli effetti cancerogeni dell’arsenico.
Tra le fonti alimentari più contaminate troviamo l’acqua, il riso e i suoi derivati, così come la mela e i suoi derivati. In effetti l’acqua utilizzata per l’irrigazione delle risaie nei paesi produttori di riso è spesso contaminata. Anche le mele possono contenere un tasso elevato di arsenico, poiché fino a poco tempo fa nei frutteti è stato utilizzato un pesticida che ne conteneva: i residui di questo pesticida vengono assorbiti dalle radici dei meli e rilasciati nei frutti. l limite di concentrazione vigente per le acque per il consumo umano è di 0,01 ppm o 10 microgrammi di arsenico per litro. Tuttavia non esiste ancora una regolamentazione per quanto riguarda il tasso di arsenico presente negli alimenti come il riso. Perciò quando si consuma del riso o dei prodotti derivati, come cereali o spaghetti di riso, è possibile che siano contaminati. È bene sottolineare che il riso integrale potrebbe contenere più arsenico rispetto a quello bianco, perché i suoi chicchi sono interi. Le persone che seguono un’alimentazione priva di glutine sono particolarmente a rischio, poiché tendono a consumare una maggior quantità di prodotti a base di riso.
Ecco allora qualche consiglio per limitare la vostra esposizione all’arsenico.
Scegliendo un’alimentazione varia, si evita di consumare elementi indesiderati in quantità troppo elevate. Per limitare l’arsenico, variate i farinacei consumati durante i pasti. Se seguite una dieta senza glutine potete facilmente sostituire il riso con della quinoa, del mais, del miglio, delle patate o delle patate dolci. Variate anche i vostri spuntini, poiché gli alimenti a base di riso come i cereali, i cracker e le gallette di riso possono contenere dell’arsenico. Approfittatene per limitare gli alimenti lavorati, e scegliete piuttosto dei fiocchi d’avena per la colazione, e per gli spuntini della frutta, delle verdure crude, delle noci o dei ceci grigliati.
Prima di procedere con la cottura sciacquate bene il riso. Utilizzate una quantità d’acqua superiore al necessario per effettuare la cottura, come facciamo abitualmente cuocendo la pasta. Una volta pronto basterà scolare il riso. In questo modo potrete diluire la quantità d’arsenico presente nei chicchi di riso.
Se abitate in campagna, l’acqua sotterranea proveniente dai pozzi artesiani può avere una concentrazione elevata di metalli pesanti, compreso l’arsenico. Per questa ragione è consigliabile farla esaminare.
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