Dal 2015 sono stati pubblicati alcuni studi che associano la sindrome del colon irritabile (SCI, nota anche come sindrome dell’intestino irritabile) alla carenza di vitamina D. In questo articolo cercherò di fare luce sulla questione e vi darò alcuni consigli per assicurarvi di ottenerne la massima quantità grazie alla vostra dieta.
Era già noto che, rispetto alla popolazione generale, una percentuale maggiore di persone con la sindrome dell’intestino irritabile è carente di vitamina D (Khayyat, 2015). Grazie ai nuovi studi stiamo iniziando a comprendere che la vitamina D gioca probabilmente un ruolo nella qualità della vita e nella gestione dei sintomi nelle persone affette da SCI.
Il primo studio, pubblicato nel dicembre 2015 sul British Journal of Medicine, ha coinvolto 51 pazienti, tutti con diagnosi di SCI, ma altrimenti in buona salute. Lo scopo dello studio era quello di determinare se i pazienti che avevano di base livelli sierici (concentrazione nel sangue) di vitamina D inferiori alla media avrebbero tratto beneficio da una supplementazione di questa vitamina. Lo studio voleva anche determinare se la presenza di bassi livelli di vitamina D nel siero influisse sulla qualità della vita dei pazienti.
I risultati ottenuti dal team di ricerca sono significativi riguardo ad alcuni punti, ma inconcludenti per altri. È stato dimostrato che la carenza di vitamina D è associata a una minore qualità della vita nelle persone con diagnosi di SCI. Tuttavia l’integrazione di vitamine non ha migliorato la qualità della vita dei partecipanti.
Altri studi più recenti hanno affrontato la questione della supplementazione di vitamina D per le persone affette dalla sindrome del colon irritabile. Questi studi suggeriscono che la supplementazione può aiutare a ridurre la gravità dei sintomi e migliorare la qualità della vita, ma non c’è ancora un consenso sulle raccomandazioni ai pazienti.
Anche se la correlazione tra la qualità della vita dei pazienti affetti da SCI e la vitamina D non è stata ancora stabilita al di là di ogni dubbio, è comunque una buona idea seguire una dieta ricca di vitamina D! Ed è particolarmente importante in questo periodo dell’anno, quando non è possibile ricevere una quantità sufficiente di radiazioni UVB dal sole che ci permetta di sintetizzare la vitamina D autonomamente. Nei mesi invernali (da ottobre a marzo) è in effetti quasi impossibile sintetizzare la vitamina D, anche se ci esponiamo al sole.
La vitamina D riveste un ruolo importante nell’assorbimento del calcio e del fosforo, nel corretto funzionamento del sistema immunitario e nella riduzione del rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro e malattie croniche.
Le migliori fonti di vitamina D nella dieta sono il latte e le bevande vegetali arricchite con vitamina D, i tuorli d’uovo e alcuni pesci grassi come il salmone, il tonno e lo sgombro.
In conclusione, per alcune persone affette da SCI potrebbe essere opportuno prendere un supplemento di vitamina D. Nei prossimi anni gli studiosi ci spiegheranno i meccanismi di azione e ci indicheranno le dosi ottimali. Per il momento assicuratevi di avere una buona alimentazione. Se seguite i menu della nostra dieta a basso contenuto di FODMAP potete stare tranquilli.
Se avete più di 50 anni, la raccomandazione è di prendere un supplemento di vitamina D da 600 UI e se ne avete più di 70 un supplemento da 800 UI. Se non siete sicuri di assumere sufficiente vitamina D, vi ricordiamo che si può misurare il valore sierico con una semplice analisi del sangue. Con questi risultati, il vostro medico o il vostro nutrizionista potranno determinare se dovete prendere un supplemento.
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